Un ormone sessuale come predittore dei risultati clinici nelle donne in post-menopausa con ipertensione arteriosa polmonare (PAH)

Un ormone sessuale come predittore dei risultati clinici nelle donne in post-menopausa con ipertensione arteriosa polmonare (PAH)

L’ipertensione arteriosa polmonare (PAH), solitamente, colpisce le donne in giovane età. Tuttavia, recentemente, si è osservato una predominanza femminile anche tra gli individui più anziani. Uno studio pubblicato nel 2018 sull’European Respiratory Journal ha cercato di determinare se i livelli di alcuni ormoni sessuali (estradiolo, deidroepiandrosterone solfato, testosterone, progesterone, globulina legante gli ormoni sessuali) fossero associati alla PAH nelle donne in postmenopausa. Questo case-control study è stato condotto mettendo a confronto i livelli plasmatici degli ormoni sessuali sopracitati delle donne in post-menopausa con PAH (gruppo sperimentale) con quelli di donne in post-menopausa senza patologie cardiovascolari (gruppo controllo). I controlli sono stati randomizzati 2:1 rispetto ai casi, tenendo conto di età e indice di massa corporea. Il gruppo sperimentale era composto da pazienti in post-menopausa con PAH idiopatica, PAH associata a patologie del tessuto connettivo o a patologie cardiache congenite. Inoltre, doveva soddisfare i canonici criteri emodinamici per la PAH (pressione arteriosa polmonare ³25 mmHg a riposo, pressione di incuneamento arteriolare polmonare £ 15 mmHg e resistenza vascolare polmonare > 3 unità Wood). I criteri di inclusione per il gruppo controllo dovevano essere: ventricolo destro normale, valori del ventricolo sinistro misurati attraverso risonanza magnetica cardiaca, nessuna precedente patologia polmonare cronico-ostruttiva, enfisema o bronchite cronica, e assenza di difetti ostruttivi o restrittivi della ventilazione alla spirometria.

I risultati hanno dimostrato importanti differenze tra i livelli degli ormoni nei due gruppi, eccetto per il progesterone. I livelli di deidroepiandrosterone solfato sono risultati più bassi del 60% nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo controllo (p<0,001). Al contrario, i livelli di estradiolo erano più alti nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo controllo (p=0,02). Bassi livelli plasmatici di deidroepiandrosterone solfato, testosterone totale, testosterone biodisponibile e di globulina legante gli ormoni sessuali, sono stati associati a probabilità di PAH più elevate. Con la riduzione di una unità della quantità di questi ormoni, la probabilità di PAH aumenta di 3-4 volte. Bassi livelli di deidroepiandrosterone solfato hanno evidenziato, oltre ad una forte relazione con diversi parametri patologici (tra cui la tolleranza all’esercizio fisico, il post-carico sul ventricolo destro e la sua funzionalità) che mostrano una PAH di maggiore gravità, anche un aumento del rischio di morte. In generale, questo studio ha evidenziato come livelli ridotti di deidroepiandrosterone solfato possano rappresentare dei fattori di predizione del rischio patologico, della gravità clinica e di morte in donne in post-menopausa con PAH. Inoltre, bassi livelli di testosterone e alti livelli di estradiolo, nonostante siano stati osservati e monitorati nel gruppo sperimentale, non erano supportati da evidenze tali da poter essere usati come fattori di predizione degli outcome clinici appena citati. Viene riportato, inoltre, come alcuni pazienti con PAH associata a patologie polmonari cronicoostruttive, trattati per 3 mesi con deidroepiandrosterone solfato, abbiano avuto dei miglioramenti significativi sia nel test del cammino dei 6 minuti sia nei parametri emodinamici. Queste osservazioni suggeriscono che questo ormone potrebbe essere studiato come potenziale terapia per la PAH.

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Bibliografia e sitografia:

Baird G L et al. Eur Respir J. 2018; 51(6): 1800467.

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